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Contenuti SEO long-form: come avere il massimo con BERT 2020
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28/10/2020
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8 minuti di lettura
Quale tipo di contenuto pubblicare per avere risultati migliori all’interno della propria strategia SEO?Questa domanda si ripresenta con costanza nella mente di chiunque si occupi di Content Marketing.
I cambiamenti dei motori di ricerca e l’evolversi delle principali piattaforme social fanno sì che periodicamente sia necessario ripercorrere le ultime novità e aggiornarsi su quali siano le best-practice SEO che nel frattempo vengono proposte.
A ottobre 2020 Google ha annunciato l’avviamento di alcune nuove dinamiche circa il funzionamento il BERT, il modello introdotto lo scorso anno che puntava a rendere ancora più efficiente il crawling del motore di ricerca.
Quanto è stato precisato nelle scorse settimane permette di capire meglio in che modo il contenuto delle pagine viene analizzato da Google e, soprattutto, cosa cambia nel crawling di contenuti long-form.
Conoscere le ultime novità Google rispetto ai contenuti più estesi e capire in che modo il loro utilizzo risulta complementare a quelli short-form permette di strutturare una strategia SEO in modo più consapevole e di ottenere risultati migliori.
- Cosa prevede l’aggiornamento di BERT introdotto a ottobre 2020?
- Qual è il suo impatto sull’ottimizzazione SEO dei contenuti?
- Quali sono i vantaggi dei contenuti long-form?
- In cosa si differenziano dai contenuti short-form?
- Qual è la tipologia di contenuto migliore?
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Aggiornamento Google BERT Ottobre 2020
A ottobre 2020 Google ha annunciato un aggiornamento nel modo in cui gli algoritmi del motore di ricerca restituiscono all’utente risultati per la query inserita. D’ora in poi sarà possibile vedere rankati tra i risultati di Google Search anche solo singoli paragrafi di una pagina, e non solamente il contenuto completo.
Come è poi stato prontamente puntualizzato, si tratta di una modifica legata al rank dei risultati; l’algoritmo che gestisce l’indicizzazione dei risultati rimane invece invariato.
Google, infatti, non indicizza singoli paragrafi ma, come già avveniva in precedenza, tutta la pagina. Il motore di ricerca è però diventato più agile nello “zoomare” su singole parti del contenuto, grazie all’affinamento delle IA che portano avanti il crawling.
Cosa significa?
Grazie a questo aggiornamento gli utenti possono essere meglio indirizzati a risposte alle loro query che si trovano all’interno di un contenuto lungo, anche nel caso in cui la porzione di testo interessata non rappresenti il focus principale della pagina. Googlebot, quindi, diventa sempre più in grado di analizzare le pagine nel dettaglio e di restituire risultati che non siano necessariamente legati alla keyword principale.
L’impatto SEO di Google BERT 2020
Di conseguenza, un contenuto di una certa estensione avrà la possibilità di ottenere un buon rank per una rosa più ampia di parole chiave.
A finire con crescente frequenza nell’occhio del crawler Google saranno soprattutto keyword che hanno volumi di ricerca non particolarmente alti, ma che sono molto specifiche.
In questo modo il motore di ricerca intende rispondere in modo ancora più mirato alle domande degli utenti, andando a dare risalto a singoli paragrafi costruiti attorno a parole chiave molto precise.
Per i Copywriter e le aziende che desiderano promuovere i propri contenuti sul web, questo aggiornamento di Google BERT comporta la possibilità di avere contenuti con performance migliori il fase di rank.
L’impegno non indifferente necessario per la stesura di un contenuto long-form completo e originale viene ripagato dal fatto che quel contenuto, se ben strutturato, non si posizionerà solo per la keyword principale, ma anche per diverse altre.
Le maggiori risorse da impiegare in fase di progettazione e stesura vengono quindi meglio premiate in fase di rank.
Long-form content: Caratteristiche & Punti di forza
Generalmente, con “long form content” si intende qualsiasi tipo di contenuto approfondito, con un’estensione minima che può andare dalle 500 alle 2000 parole.
Ne sono un esempio gli articoli pillar, alcuni tipi di landing page e le guide.
Rispetto ai contenuti short-form, questi testi presentano una serie di vantaggi che è opportuno considerare al momento di strutturare un Piano Editoriale per i propri canali digitali.
Come già sottolineato, la più recente novità riguarda la possibilità per i contenuti di una certa lunghezza di ottenere un buon rank anche in singoli paragrafi, facendo quindi crescere le possibilità di avere un buon posizionamento in SERP.
La possibilità di ottenere un buon rank per più parole chiave era già presente nel funzionamento degli algoritmi Google. Gli ultimi aggiornamenti, però, fanno capire come il motore di ricerca si stia evolvendo sempre più nella direzione di una risposta quanto più precisa e specifica alle query degli utenti.
I contenuti di una certa estensione, specialmente se incentrati su tematiche evergreen, sono inoltre perfetti per fare da muro portante di una strategia SEO di Content Marketing.
Per risultare di qualità, i contenuti redatti con questa finalità devono essere:
- Originali
- Approfonditi
- Completi
Devono cioè riportare tutte le informazioni necessarie a trattare l’argomento in modo esaustivo, proponendo elementi unici e non copiati da testi già presenti sul web.
A fronte dell’impegno iniziale necessario per stendere testi con queste caratteristiche, le buone performance garantite dal contenuto non sono momentanee ma, anzi, rispondono perfettamente alle esigenze di una strategia a lungo termine.
Contenuti che siano originali e approfonditi, infatti, non scadono mai: continuano a fornire risposte alle domande degli utenti e, quindi, rimangono sul medio-lungo periodo una fonte di traffico per il sito.
Come sempre quando si parla di SEO, occorre ricordare che l’ottimizzazione e la corretta gestione dei contenuti porta vantaggi in due diverse direzioni, entrambe comunque riconducibili a migliori performance delle pagine:
- Contenuti strutturati e ottimizzati, non solo con aspetti On-Page ma anche rispetto all’intero sito, vengono indicizzati e rankati meglio dal motore di ricerca. Ne è un esempio l’ultimo aggiornamento BERT presentato da Google, che permette anche a singoli paragrafi di essere posizionati in SERP.
- Inserire in un contenuto tutte le info necessarie e strutturarlo con una buona organizzazione di heading, grassetti ed elenchi puntati permette di migliorare anche la User Experience sulla pagina.
Bisogna infatti sottolineare che, per quanto sia importante analizzare e lavorare sui “numeri” della SEO, il focus deve sempre rimanere sull’utente. Le best-practice SEO infatti vanno propria nella direzione di fornire all’utente una buona esperienza di navigazione e risposte alle domande poste al motore di ricerca. Anche i continui aggiornamenti di Google, non a caso, vengono implementati proprio per rendere il funzionamento del motore di ricerca sempre più simile a quello di una mente umana.
I contenuti long-form hanno quindi maggiori possibilità di rimanere a lungo un punto di riferimento per gli utenti.
Short-form content: cosa cambia
Quanto appena analizzato non significa che solo i contenuti estesi siano da considerare all’interno di una strategia di Content Marketing ottimizzata lato SEO.
Anche i contenuti short (quindi inferiori a qualche centinaio i parole) presentano numerosi vantaggi che è possibile sfruttare in diverse situazioni.
Si tratta, in primo luogo, di contenuti perfetti per veicolare messaggi rapidi e immediati. Ne sono un esempio i contenuti per social network che, per quanto presentino alcune differenze a seconda della piattaforma usata, sono comunque sempre di estensione ridotta.
I contenuti short sono poi perfetti per messaggi più connotati temporalmente e che non hanno le caratteristiche per diventare testi evergreen.
I loro vantaggio, quindi, risiede nell’essere lo strumento perfetto per una comunicazione immediata.
Come trovare il contenuto migliore
Long-form e short-form: qual è il tipo di contenuto migliore?
Come spesso accade, la risposta è “dipende”. La scelta dei contenuti da inserire in un Piano Editoriale deve sempre tenere conto di due fattori:
- Trattandosi di tipologie di contenuto diverse con caratteristiche diverse, anche gli obiettivi per cui risultano maggiormente indicati sono differenti.
Nessuna delle due forme è migliore in assoluto; occorre trovare quella più adatta alla propria strategia, tenendo in considerazione fattori come:- Il messaggio che si vuole veicolare (è un evergreen o destinato a esaurirsi dopo poco tempo?).
- Il pubblico target, con le sue caratteristiche demografiche e comportamentali.
- Il canale che si vuole utilizzare.
- Il concetto di lunghezza di un testo è comunque relativo rispetto alla tipologia di contenuto. Se parlare di una misura minima di 700-2000 parole risulta perfetto per contenuti come articoli pillar, bisogna comunque ricordare che altri tipi di contenuto (come guide o, al contrario, contenuti per e-commerce) sono tendenzialmente più lunghi o più corti.
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