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Rivoluzione SEO: una fuga di notizie rivela i segreti dell'algoritmo di Google

  • 06/09/2024
  • 5 minuti di lettura

Una fuga di notizie senza precedenti ha sconvolto il settore della SEO. Migliaia di documenti interni di Google, contenenti dettagli inediti sul funzionamento dell'algoritmo di ricerca dell'azienda, sono state divulgati online. Questo evento, denominato Google Algorithm Leak, ha rivelato segreti inediti sul funzionamento del motore di ricerca più utilizzato al mondo, sollevando una miriade di interrogativi sul futuro della ricerca online.

Cerchiamo di capire insieme cos'è successo e perché la vicenda raccontata da Rand Fishkin in questo articolo pubblicato su SparkToro, può aiutarti a sviluppare una strategia vincente per il tuo sito web.

Google Algorithm Leak: i fatti

Il 5 maggio, Rand Fishkin, noto esperto di SEO e fondatore di Moz e SparkToro, viene contattato da una fonte anonima che sostiene di avere accesso a una massiccia fuga di documentazione relativa all'API di Google.

I documenti trapelati contengono informazioni dettagliate sulle operazioni di ricerca dell'azienda; nel corso di una videochiamata, il leaker mostra a Fishkin oltre 2.500 pagine di documentazione, caricate sul suo GitHub il 27 marzo 2024 e rimosse il 7 maggio 2024.

Fishkin verifica l'autenticità dei documenti contattando ex funzionari di Google che ne confermano la legittimità. A questo punto, il fondatore di Moz chiede a Mike King, CEO di iPullRank e indiscusso guru tecnico della SEO, di rivedere e analizzare tecnicamente i documenti API.

Il risultato? Te lo sveliamo nel prossimo paragrafo! Intanto ti anticipiamo Google non ha negato la veridicità dei dati trapelati, limitandosi ad affermare che le informazioni sono incomplete e che l'algoritmo è in continua evoluzione.

Cosa rivela la fuga di notizie sull'algoritmo di Google?

I documenti rivelano che l'algoritmo di Google è un sistema complesso che analizza e valuta una gamma di fattori più ampia di quanto si immaginasse in precedenza per classificare i siti web.

La fuga di notizie ha mostrato infatti quali dati Google raccoglie dalle pagine web e ha indicato che alcuni elementi sembrano più rilevanti di altri per il sistema di ricerca, offrendo ai professionisti SEO una visione più chiara di come funziona l’algoritmo.

In sintesi? Il Google Algorithm Leak può aiutarti a capire come ottimizzare il tuo sito web per renderlo ancora più efficace!

Google Algorithm Leak: i punti chiave

Immergersi nelle 2.500 pagine svelate da Rand Fishkin non è facile. Questi documenti tecnici e ricchi di informazioni sono particolarmente difficili da decifrare e mettono in dubbio un gran numero di indicatori specifici del motore di ricerca ma anche di altre piattaforme dell'ecosistema Google, come YouTube o Google Assistant. Proviamo a fare un po' di chiarezza e a capire come possiamo utilizzare questa fuga di notizie.

  • Autorità di dominio (Domain Authority)

Nel 2011 Google, dopo l'aggiornamento Panda, afferma che i contenuti di bassa qualità su una parte di un sito hanno un impatto sul posizionamento del sito nel suo complesso; questa affermazione viene presto smentita e i funzionari del motore di ricerca negano l'esistenza di un punteggio di autorevolezza per i siti web.

La fuga di notizie ha rivelato invece che Google ha una metrica interna chiamata "siteAuthority" attraverso la quale valuta la credibilità e la pertinenza di un dominio, confermando che backlink di qualità e contenuti pertinenti sono fondamentali per garantire al tuo sito visibilità e ranking.

  • Contesto del documento e del contenuto

Google valuta i contenuti in base alle parole chiave e non solo. Il motore di ricerca analizza anche il contesto generale del documento, l'argomento e il focus tematico.

  • Title match score

Il Title match score è un punteggio di pertinenza che Google calcola tra il tag del titolo e la query. La fuga di documenti ha rivelato l'esistenza di un modulo che applica un determinato punteggio ai tag di scarsa qualità o mancanti: il tag title quindi influisce ancora sul posizionamento del tuo sito!

  • Utilizzo dei click per il posizionamento

NavBoost è un sistema sviluppato per migliorare la qualità dei risultati di ricerca e per identificare le tendenze utilizzando i dati sui click. Questo sistema ha iniziato a raccogliere dati dalla barra degli strumenti PageRank di Google e successivamente da Chrome.

Nonostante Google abbia affermato che i click non influenzano il ranking, la fuga di notizie conferma che il sistema NavBoost, menzionato per la prima volta da Pandu Nayak, vicepresidente della ricerca di Google, utilizza proprio i dati sui click per modificare il ranking e per aumentare o diminuire il posizionamento di un sito, in base alla qualità dei click ricevuti.

I click degli utenti quindi influenzano il posizionamento e Google utilizza NavBoost per modificare i risultati di ricerca!

  • Dominio delle ricerche a zero click (Zero-Click Searches Dominance)

I dati rivelano che quasi due terzi delle ricerche su Google terminano senza nessun click sui risultati di ricerca prché gli utenti trovano già nella SERP la risposta alla query. Questa tendenza è più pronunciata sui dispositivi mobili e sottolinea il ruolo sempre più importante di Google nel rispondere direttamente alle domande all'interno del suo ecosistema.

  • Sandboxing di nuovi siti

Il sandboxing è una pratica di sicurezza informatica in cui un programma o codice vengono eseguiti in un ambiente sicuro e isolato per determinare se sono dannosi oppure no. Google ha sempre negato l'esistenza di un "sandbox" per i nuovi siti ma la fuga di notizie suggerisce però il contrario.

I documenti esaminati da Rand Fishkin e da Mike King hanno rivelato la presenza dell'attributo "hostAge", utilizzato per applicare un periodo di valutazione iniziale a nuovi domini o contenuti. La longevità di un sito web su Internet quindi è un fattore importante per il suo posizionamento.

  • Whitelist di siti attendibili

Google è imparziale? Assolutamente no! I documenti indicano che Google conserva elenchi di siti "affidabili" (whitelist) in settori sensibili come la sanità e la finanza, dando loro la priorità nei risultati di ricerca.

3 strategie per migliorare la tua SEO dopo il Google Algorithm Leak

  1. Crea contenuti di alta qualità

Crea contenuti pertinenti, originali e informativi, e struttura il tuo testo con titoli e sottotitoli chiari per una facile lettura e indicizzazione da parte dei motori di ricerca. Evita di inserire troppe parole chiave, assicurati che i tuoi contenuti siano lunghi e dettagliati ma ricorda che le informazioni importanti devono essere inserite nella parte superiore del testo.

  1. Rafforza l'autorità di dominio

Ottieni backlink da siti autorevoli e di alta qualità. Evita le tecniche di spam basate su link e ancoraggi irrilevanti: Google penalizza queste pratiche.

  1. Attenzione ai click!

Monitora le percentuali di click (CTR) e metriche come il tempo medio sulla pagina, il bounce rate e le visualizzazioni. Ottimizza i tuoi contenuti per incoraggiare gli utenti a rimanere sulla tua pagina più a lungo. Identifica le pagine il cui traffico è in diminuzione e modifica i contenuti per mantenere alto il coinvolgimento. Assicurati che le pagine più importanti del tuo sito siano pertinenti e aggiornate regolarmente.

In conclusione, la fuga di notizie ha sottolineato che per vincere la tua sfida sul web devi saper combinare contenuti di qualità, collegamenti pertinenti, ottimizzazione SEO e monitoraggio dei segnali dati dagli utenti. Non sai come fare? I professionisti di Melascrivi sono a tua disposizione per aiutarti a costruire la strategia più adeguata alle tue esigenze.

 

 

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